Europa bocciata nella gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici: circa due terzi di tutti quelli generati non vengono trattati correttamente. È il dato che emerge da una ricerca sul funzionamento del mercato dei Raee, dal titolo «Countering Weee Illegal Trade» (Cwit), presentata a Roma da Pascal Leroy, segretario generale del Weee Forum, durante un workshop promosso dai Consorzi Ecodom e Remedia.
L’indagine, durata circa due anni, è stata finanziata dalla Comunità Europea e realizzata dal Weee Forum insieme a Interpol, United Nations University (Unu), gli istituti United Nations Interregional Crime and Justice Research e Compliance Risks, l’associazione Cross-Border Research e la società Zanasi Partners. Il progetto ha evidenziato che in Europa, nel 2012, solo il 35% dei Raee dismessi da aziende o da privati sono stati intercettati dai sistemi ufficiali di raccolta e riciclo: un quantitativo pari a 3,3 milioni di tonnellate contro i 9,5 milioni totali generati. Il restante 65% di Raee – pari a 6,2 milioni di tonnellate – risulta esportato oppure riciclato in modo ambientalmente non corretto, o più semplicemente gettato tra i rifiuti indifferenziati, un grande spreco e un’enorme opportunità di sviluppo sostenibile da sfruttare al meglio.
Leggi l’articolo originale su La Stampa.